Tra i filari di vite e le colline morbide delle Langhe, ti capiterà di imbatterti nelle panchine giganti: colorate, enormi, sospese tra cielo e vigneti. Da lontano sembrano quasi opere d’arte, ma basta salirci sopra per capire che sono qualcosa di più.

Ti siedi, i piedi non toccano terra, e lo sguardo si allunga oltre ogni crinale. Il paesaggio si fa vasto, i rumori si attenuano, e per un attimo ti senti parte di quel mondo lento e luminoso che solo le Langhe sanno offrire.

Panchine giganti: Un’idea semplice che ha cambiato lo sguardo sul paesaggio

Le panchine giganti nascono da un’idea dell’artista Chris Bangle, che vive proprio tra queste colline. L’obiettivo era far riscoprire la meraviglia delle Langhe con un gesto semplice: alzare lo sguardo, letteralmente. Sedendoti su una panchina fuori misura, torni per un momento a guardare le colline come quando da bambino ti arrampicavi su un muretto per vedere più lontano.
La prima è nata a Clavesana, più di dieci anni fa. Da allora ne sono comparse decine, ognuna con il suo colore e la sua posizione panoramica: blu come il cielo sopra Dogliani, rossa come il vino a Monforte, gialla come le foglie d’autunno a La Morra.

Un itinerario tra colline e panorami

Se hai voglia di scoprirle, basta una giornata. Parti al mattino presto da Alba o Barolo, quando l’aria profuma ancora di mosto e la nebbia si muove lenta tra i vigneti.

A Clavesana, la prima panchina ti accoglie con una vista che sembra un mare verde in movimento. Da lì puoi proseguire verso Dogliani, dove la panchina arancione si affaccia su una vallata aperta: se sei fortunato, sentirai il canto delle cicale mescolarsi al rumore dei trattori lontani.
A La Morra, la salita è dolce ma costante: la panchina blu ti aspetta in cima, e da lassù il panorama si apre a 360 gradi su colline che sembrano onde. Se resti fino al tramonto, la luce accende i vigneti di riflessi dorati.

Ogni panchina è una tappa, ma anche una scusa per fermarti, respirare, chiacchierare. Non c’è un percorso“ufficiale”: puoi seguirle come punti su una mappa immaginaria, spostandoti tra borghi, cantine e sentieri. Alcune si raggiungono facilmente, altre richiedono qualche minuto a piedi tra i campi.

Un modo diverso di vivere le Langhe

Le panchine giganti non sono solo attrazioni fotografiche. Sono un modo per riconnetterti al ritmo del territorio, fatto di lavoro nei campi, stagioni che cambiano e orizzonti che si allungano piano.
Quando ti siedi, il vento porta con sé il profumo dell’uva, il ronzio delle api, il suono distante di una campana di paese. Ti accorgi che non c’è bisogno di fare altro: basta restare lì, a guardare.

È anche un’esperienza per tutti. Le famiglie ci vanno nel weekend, i ciclisti le raggiungono dopo una salita, i turisti si fermano per un picnic. C’è sempre qualcuno che sorride davanti a un panorama così grande da sembrare irreale.

Panchine giganti: Quando andare e cosa aspettarsi

Primavera e autunno sono i momenti migliori. In primavera le colline profumano di erba bagnata e di fiori selvatici. In autunno, invece, le vigne diventano rosse e oro: è la stagione più intensa, quella della vendemmia e del vino nuovo.
Anche l’inverno ha il suo fascino: l’aria è più limpida e dai punti più alti si distinguono persino le Alpi innevate. Se ci vai d’estate, portati un cappello e una bottiglia d’acqua: il sole non perdona e molti percorsi non hanno ombra.

Non tutte le panchine sono facili da raggiungere in auto: a volte dovrai lasciare la macchina e camminare per qualche minuto tra le vigne. È parte dell’esperienza: quel breve tratto di sentiero ti prepara al panorama che troverai in cima.

 

Alla fine della giornata, quando l’ultima luce scende sulle colline, ti accorgerai che le panchine giganti sono più di un’installazione artistica. Basta sedersi, guardare lontano e sentirsi per un attimo parte di quel paesaggio.
E forse, tornando a casa, porterai con te la voglia di cercare anche altrove un punto da cui guardare il mondo con occhi un po’ più grandi.