A Pontelandolfo, in provincia di Benevento, si gioca con il formaggio.

I giocatori che partecipano a questo appuntamento fanno rivivere le antiche tradizioni locali, solo nel periodo di carnevale, ridando vita alla Ruzzola, il gioco con il formaggio.

Questa inusuale gara fonda le sue origini in tempi molto antichi, probabilmente si fa risalire la sua nascita intorno al 1300, quando arrivarono a Pontelandolfo gli abitanti dell’allora Ciociaria che usavano giocare e passare il tempo facendo rotolare le forme di formaggio.

Cosa tratteremo

Il gioco

Regole semplici, ma di contro, è necessaria molta abilità e una discreta manualità.

I giocatori si dividono in due squadre, ognuna delle quali sarà provvista di grandi forme di formaggio. Il gioco consiste nel far rotolare le forme di formaggio lungo un percorso che si snoda lungo il centro di Pontelandolfo; vince chi termina correttamente e con minor lanci possibili tutto l’itinerario.

È un gioco definito umile, ma che appassiona la gente di Pontelandolfo e i tanti turisti che assistono alla kermesse.

La leggenda

Come tutte le antiche tradizioni, anche la Ruzzola del formaggio di Pontelandolfo è animata da una leggenda, tramandata di padre in figlio, che anima ovviamente la festa.

La leggenda racconta che nel paese di Pontelandolfo viveva un Barone molto ricco, proprietario di terre e masserie. Il Barone amava il gioco e spesso, nel visitare i suoi poderi, si fermava presso le varie cantine dove chiedeva a chiunque di cimentarsi nel gioco di carte, e più precisamente a tresette.

Durante una sera di carnevale il Barone si trovò in una delle cantine e iniziò a giocare con un suo lavorante, un certo Pasquale. Fu una partita accanita, dai toni incandescenti aumentati dagli avventori della cantina che si misero intorno ai giocatori, per fare il tifo ora per il Barone ora per il lavorante.

Fu un su e giù di sconfitte e vittorie da parte di entrambe, fino alle prime luci dell’alba quando Pasquale iniziò ad essere baciato dalla fortuna e vinse la partita portandosi a casa due masserie e un prezioso pascolo tenuto con erba medica. Il Barone, uomo d’onore, rispettò la sconfitta consegnando le proprietà al suo lavoratore Pasquale.

Il caso volle che le vecchie mucche del Barone, abituate ad andare al pascolo da sole, si recarono nel campo di erba medica di proprietà di Pasquale che quando lo seppe presentò le sue rimostranze al Barone, pretendendo metà del formaggio che dalla mungitura delle mucche fosse derivato. L’erba che avevano mangiato le mucche, pensò Pasquale, era ora di sua proprietà e di conseguenza anche il formaggio che con il latte delle mucche sarebbe stato prodotto.

Il Barone non accettò questa discutibile proposta, ne nacque allora una contesa che divise anche il popolo. Il Barone agì con un gesto alquanto dispregiativo e una notte fece appendere una forma di formaggio al balcone di Pasquale, che non gradì per nulla questa iniziativa.

Fu in quel momento che il guanto della sfida fu lanciato; Pasquale infatti inviò al Barone il famoso messaggio: Quello che è nato dal gioco, nel gioco finisca. Ci vediamo domenica mattina sotto alla piazza della Teglia.

 

Fu un incontro memorabile, lungo, tanto lungo che, ancora oggi, nelle notti di carnevale il Barone e Pasquale continuano la loro interminabile partita a colpi di grandi forme di formaggio.

Curiosità

Le forme di formaggio sono di diverso peso, partono dalle più piccole di circa 6/7 kg fino alle più grandi che sfiorano i 20 kg. di peso.

Nel tempo sono nate associazioni dilettantistiche sportive che si dedicano esclusivamente a prepararsi alle competizioni di questo genere.